1. La storia di Beni, il riccio curioso
- centericsilla
- 29 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 16 ott

Vorrei raccontarvi una storia speciale, la storia di un piccolo riccio di nome Beni. Ma Beni non è un riccio come tutti gli altri – in lui c’è sempre stata una scintilla di curiosità, un luccichio negli occhi che lo rendeva diverso dagli altri. Ho incontrato Beni in un luogo incantato, un bosco pieno di magia e di colori, che tutti chiamano: la Foresta dei Colori.
Questa foresta non è come le altre. Le foglie degli alberi qui cambiano colore come nei sogni: a volte brillano di blu, a volte danzano nel giallo del sole, altre volte ondeggiano in arancione caldo o in misterioso lilla. E se si ascolta attentamente, si può perfino sentire il loro canto, portato dal vento.
In questo mondo fatato viveva Beni con la sua famiglia. Passava le giornate a giocare con i suoi fratellini – correvano sul muschio morbido, facevano rotolare le noci, costruivano rifugi segreti con rami e foglie. Ma Beni… lui guardava sempre un po’ più in là. I suoi occhi si perdevano verso il cielo, dove le nuvole sussurrano storie e l’orizzonte promette avventure.
Faceva domande, ogni giorno:
– Perché brillano le lucciole?
– Come fanno gli uccelli a sapere dove andare quando arriva l’autunno?
– Esistono alberi che sanno sognare?
Quando i suoi genitori non sapevano rispondere, lo mandavano in un luogo speciale: la Biblioteca del Bosco. Era nascosta dentro un albero secolare, grande e cavo, e custodiva libri antichi pieni dei segreti della natura. Nella Foresta dei Colori non esistevano telefoni né internet – lì, le risposte si trovavano nei libri… e nelle storie sussurrate piano.
Ma Beni non era curioso solo del suo bosco. Nel suo cuore c’era un posto lontano che lo affascinava più di ogni altro: Napoli, la città dove viveva la sorella della sua mamma – la sua amata zia. Beni non c’era mai stato, ma ogni volta che la zia veniva in visita, portava con sé profumi e racconti: del mare salato, dei bambini che giocano nelle viuzze strette, di leggende antiche e di una lingua speciale che non tutti capiscono al primo ascolto – il dialetto napoletano.
Beni era incantato da tutto ciò. Nei suoi sogni camminava già sul lungomare, raccoglieva conchiglie, provava a capire le parole di quella lingua musicale. E così, cominciò a chiedere ai suoi genitori:– Per favore, lasciatemi andare dalla zia. Voglio vedere Napoli!
I suoi genitori erano incerti. Avevano paura: la città è grande, rumorosa, diversa. Ma gli occhi di Beni brillavano di una luce così sincera, che alla fine, il loro cuore si sciolse.
E immaginate la sua gioia, quando nel giorno del suo compleanno, ricevette un regalo davvero speciale: un’intera estate a Napoli, con la sua zia!
Io, che sono la sua amica, ho deciso di aiutarlo a raccontarvi tutte le sue avventure. Perché Beni ama parlare… ma non è molto amico della scrittura. Così abbiamo fatto un patto: lui mi racconta tutto, e io lo scrivo per voi. Così potrete accompagnarlo anche voi, passo dopo passo, tra i vicoli napoletani, scoprendo con lui che ogni angolo del mondo può nascondere una nuova favola.
Perché la storia di Beni… è appena cominciata.
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