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11. La regina della pizza

  • centericsilla
  • 30 ott
  • Tempo di lettura: 3 min



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La luce dorata del tardo pomeriggio accarezzava la Piazza Plebiscito, dove i bambini sedevano in cerchio, ridendo e chiacchierando, come se non avessero altro da fare al mondo che godersi il profumo dell’estate. I turisti li aggiravano sorridendo.


In quel momento apparve la zia di Beni. Sul suo viso c’era quel sorriso sereno che fa sentire subito al sicuro.

— Ciao, caruzze mie! — disse allegra. — Beni, dovremmo andare… ma voi non avete fame?

Un attimo di silenzio, poi tutti i bambini gridarono insieme:

— Altroché! Moriamo di fame!


La zia di Beni scoppiò a ridere, e la luce del sole brillò sulle lenti dei suoi occhiali.

— Allora sapete che vi dico? Facciamo una pizza! Che ne dite di una vera Pizza Margherita?

I bambini esultarono, come se avessero ricevuto un regalo.

— Sìììì!

Mentre la zia si avviava verso la pizzeria vicina, i bambini si strinsero di nuovo in cerchio. Il pomeriggio era ormai più mite, e il sole proiettava lunghe ombre sulla piazza.

— Perché si chiama Margherita la pizza? — chiese Beni.

Giovanni sorrise.

— Sapete, è il nome di una regina — Margherita di Savoia. Visse tanto tempo fa, e non era come le regine severe delle fiabe. Sorrideva alla gente quando camminava per strada, aiutava i poveri e amava conoscere il suo paese.

— Anche lei mangiava la pizza? — chiese Beni a bocca aperta.

— Certo che sì! — rispose Federico. — Quando venne a Napoli con suo marito, il re Umberto, la città era in grande fermento. Il pizzaiolo Raffaele Esposito, che allora era il più bravo di Napoli, preparò per la regina una pizza, con tre farcitura diverse: pomodoro rosso, mozzarella bianca e basilico verde.

La regina Margherita sorrise e disse: «È come la bandiera italiana!»

Poi assaggiò… e le piacque così tanto che chiese a Esposito di darle il suo nome. Così nacque la Pizza Margherita, il dono della regina al suo popolo.


I bambini quasi riuscivano a vedere davanti a sé la bella regina, con un semplice abito bianco, che sorrideva dolcemente mentre assaggiava la pizza per le strade di Napoli.


Si sentiva ormai nell’aria il profumo della pasta appena sfornata. Arrivò la zia di Beni, con le braccia cariche di scatole fumanti.

— È arrivata la cena! — disse allegra, distribuendo le pizze ai bambini.

Quando Beni aprì la sua scatola, restò sorpreso: le pizze non erano tonde, ma piegate in quattro, adagiate sulla carta.

— Che cos’è? — chiese.

Sandro sorrise, sollevando la sua.


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— Questa, Beni, è la pizza portafoglio — cioè la “pizza a portafoglio”. Vedi, le strade di Napoli sono sempre piene di gente. Tutti hanno fretta: il pescatore va al mercato, il bambino a scuola, il musicista alla piazza. Ma quando hanno fame, non si siedono al ristorante: comprano una pizza, la piegano come un portafoglio e la mangiano con le mani. Veloce, calda e deliziosa — proprio come la città!


I bambini ridevano mentre scartavano la carta. La mozzarella filava, e il profumo del basilico avvolgeva il giardino.

— Mmm, è davvero buonissima! — disse Beni, dando un grande morso.

La zia annuì.

— La pizza napoletana è sempre speciale — continuò. — L’impasto si fa solo con farina, acqua, lievito e sale. Si lascia riposare per molte ore, così diventa leggero come una nuvola. Poi si cuoce in un forno a legna, dove le fiamme danzano sulla pasta e in un minuto la pizza diventa dorata. Croccante fuori, morbida dentro… una vera meraviglia.

Mentre parlava, i bambini quasi sentivano i suoni di Napoli: la musica, le risate, le onde del mare e lo scoppiettare delle pizze nel forno.

— Immaginate — disse la zia

— che quando la regina Margherita mangiò la pizza per la prima volta, la gente sentì che finalmente anche loro potevano gustare ciò che mangiavano i re. Lei non voleva vivere nei palazzi, ma tra la sua gente. Amava il suo popolo, e la pizza divenne il simbolo di una felicità semplice e condivisa.

I bambini mangiavano in silenzio, con un sorriso soddisfatto sul viso. Il sole tramontava piano, e dalla strada si sentivano già le voci dei genitori:

— Gennarooo! Linaaa! Giovanni, Sandro, Anna, venite a casa!

La piazza si riempì di saluti, del vento tiepido della sera e del profumo fresco del basilico. La zia di Beni raccolse le carte, e Beni si voltò ancora una volta verso la piazza, dove poco prima avevano riso insieme.


E così finì una giornata magica — il giorno in cui scoprirono che la pizza non è solo cibo, ma storia, amore e un pezzetto d’Italia. E che la regina Margherita, che un tempo fece sorridere un intero paese, vive ancora oggi in ogni fetta che gustiamo con gioia.


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