20. Il Castello del Mare
- centericsilla
- 1 dic
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Napoli era famosa per il suo grande porto, per le sue strade affollate e per un magnifico castello che si ergeva sulla sua costa, proprio di fronte al mare. Il castello, che tutti chiamavano “Maschio Angioino” – ma che in realtà aveva un altro nome, Castel Nuovo – era vecchio di secoli e custodiva storie misteriose e segreti dimenticati.
Non tutti sapevano che, nel suo cuore, vivevano ancora gli spiriti degli antichi re, delle regine, dei poeti e dei guerrieri che avevano camminato nelle sue sale.
Un giorno, Beni, insieme alla sua zia, si avventurò verso il porto per aspettare un’amica che arrivava da Capri. Beni, ormai lo conoscete, era un 🦔 curioso, con occhi pieni di domande. Quella mattina, la sua attenzione fu catturata dal castello che sorgeva maestoso all’orizzonte.
— Zia, cos’è quel castello? Ancora non l’ho visitato! — chiese Beni, i suoi occhi brillando di curiosità.
La zia sorrise, sapendo che non ci sarebbe stato modo di resistere alla voglia di esplorare del nipote.
— Guarda, siamo arrivati presto, vuoi andare a visitarlo?
E così, insieme, si incamminarono verso il castello, mentre la zia iniziava a raccontare a Beni la storia di quel luogo misterioso.
— In realtà, il nome di questo castello non è sempre stato "Maschio Angioino", — iniziò la zia,
— ma “Castel Nuovo”. Questo castello fu costruito per aggiungersi a due altri castelli già presenti in città. Il suo nome venne da una tipologia di fortezza chiamata mastio, ma la gente, con il passare degli anni, iniziò a storpiarlo, fino a chiamarlo “Maschio”, come lo conosciamo oggi.
Beni ascoltava attentamente, camminando al fianco della zia lungo il cammino che li conduceva verso le imponenti mura.
— E questo castello ha visto tanti cambiamenti, — proseguì la zia,
— un tempo era la residenza dei re di Napoli, ma quando gli Aragona lasciarono il trono e Napoli passò sotto il dominio spagnolo, il castello fu abbandonato e trasformato in una caserma. Le sue antiche ricchezze e bellezze vennero perse, e divenne solo un vecchio edificio pieno di truppe.

Beni si fermò, sbalordito.
— Un castello così maestoso è diventato una caserma? — disse, incredulo.
— Sì, proprio così. Ma non sempre è stato così. Quando il re Ferdinando I dei Borbone salì al trono, ci fu un tentativo di restaurarlo. Tuttavia, la vera rinascita del castello arrivò con i restauri degli anni '20, quando la città, guidata dal regime fascista, decise di riportarlo ai suoi splendori passati.
La zia fece una pausa, mentre Beni guardava le alte torri del castello, immaginando i cavalieri e i re che dovevano aver camminato proprio lì, dove ora camminava lui.
— E ora, è ancora un castello potente? — chiese Beni, con la voce piena di meraviglia.
La zia sorrise.
— Sì, oggi il Maschio Angioino è ancora uno dei simboli di Napoli. Le sue pietre raccontano la storia della città, dai giorni dei re Angioini, ai secoli di guerra, fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando il castello fu usato per proteggere la città dagli attacchi nemici.
Mentre parlava, una brezza fresca del mare soffiava, e Beni poteva quasi sentire il respiro della storia che aleggiava tra quelle antiche mura. La zia continuò:
— Sai, questo castello è stato anche sede di un Papa, Bonifacio VIII, e ospitò intellettuali come Giotto, Petrarca e Boccaccio. La cultura fioriva tra queste mura. Immagina che un giorno, proprio qui, il re Roberto d’Angiò coronò Petrarca come il più grande poeta del suo tempo!
Beni guardò la zia con gli occhi spalancati, cercando di immaginare quei momenti lontani.
— Ma cos'è successo al castello quando le guerre finirono? — chiese, curioso di sapere se il castello aveva ancora un ruolo.
La zia lo guardò con un sorriso misterioso.
— Il castello ha continuato a vivere, e oggi è ancora un custode della storia di Napoli. Ma non dimenticare le leggende che lo circondano, Beni. Si dice che, nel suo fossato, ci sia stato un coccodrillo, e che alcuni spiriti di amanti sfortunati vaghino ancora nelle sue stanze.
Beni, con la mente piena di storie, guardò il castello con occhi nuovi. Non era più solo un'antica costruzione di pietra, ma un luogo magico dove il passato e il presente si incontravano, e dove ogni angolo raccontava una storia di re, regine, battaglie e segreti.— Un giorno, zia, voglio tornare qui e camminare tra quelle mura, per sentire le storie che il castello ha da raccontare! — disse Beni, con un sorriso sognante.
La zia lo guardò con affetto.
— E forse un giorno, Beni, sarà proprio tu a raccontarle a qualcun altro, come sto facendo io ora con te.

E così, con la promessa di tornare un giorno, Beni e la sua zia si allontanarono, lasciando dietro di loro il Castello del Mare, il Maschio Angioino, che rimaneva fiero e maestoso, guardando il mare.
Justo in tempo per vedere la nave dell’amica arrivare dal porto.

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