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3. La partenza

  • centericsilla
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

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Quando Beni ricevette il regalo di compleanno, non stava più nella pelle dall’emozione. Finalmente il suo sogno si realizza – potrà passare tutta l’estate presso la sua prozia, a Napoli! Da tempo sognava di andare in una vera città vivace, dove le case sono più alte degli alberi, e l’odore della pizza guida il naso.


Eppure non cominciò subito a fare le valigie. No, Beni non era come gli altri piccoli ricci. Per prima cosa si diresse in biblioteca, dove trascorse tutto il pomeriggio e la sera. Esaminava mappe, leggeva la storia della città, sfogliava cartoline, scopriva una vecchia guida di viaggio con le pagine già leggermente ingiallite dal tempo. Sperava di assorbire ogni informazione possibile su Napoli.

Naturalmente sapeva bene che non sarebbe bastato un solo pomeriggio, ma del resto vale sempre la pena provare – soprattutto quando il cuore brama l’ignoto così tanto. E il cuore di Beni batteva forte – a volte d’emozione, altre di curiosità.


Intanto, a casa, la premurosa Mamma Riccia – che sa sempre di cosa c’è bisogno prima ancora che lo si chieda – faceva silenziosamente i preparativi. Completò lo zainetto: non potevano mancare il costume da bagno, la crema solare, il suo libriccino preferito, e quella piccola bottiglietta speciale con cui “si vede lontano” – almeno secondo Beni (in realtà era solo un vecchio cannocchiale, ma per lui un oggetto magico per scoprire segreti nel mondo).

Mise dentro anche una copertina – il bordo ormai un po’ consumato che Beni morde da piccolo quando sente sonno – e una manciata di noci, “per ogni evenienza”.


La mattina arrivò infine il giorno della partenza. O forse la vera preparazione era iniziata già la sera prima? Perché in questi momenti ogni genitore – forse anche i tuoi – pronuncia la lunga, lunghissima lista di consigli, in cui si riconoscono sempre le stesse parole:

“Stai particolarmente attento e prudente!”

“Non parlare con gli sconosciuti!”

“Non lasciare la tua borsa incustodita!”

“Abbi cura dei tuoi beni!”

E ovviamente:

“Non mangiare niente che non conosci!”


Se ora ti viene in mente cosa dicono i tuoi, mandacelo in un messaggio: a Beni farebbe piacere leggerlo. Forse anche lui potrà imparare qualcosa di nuovo!


Ma Beni ascoltava solo in parte. La sua mente vagava già a Napoli, sulla spiaggia baciata dal sole, dove le onde lambiscono le pietre, e la città nasconde segreti che non basterebbe una vita per svelarli.


Quella notte dormì poco: sotto la coperta sobbalzava, sussurrava al cuscino, immaginava scene al di là del finestrino del treno, e aprì la valigia almeno tre volte per controllare che tutto fosse dentro.


Alla fine arriva il momento tanto atteso. Il momento in cui il cuore balza forte per la trepidazione e per l’addio.

“Buon viaggio e abbi cura di te! Fammi sapere ogni giorno come va.” – disse Mamma Riccia, cercando di sorridere, anche se gli occhi tradivano un velo di commozione.


Ma come fare per dare notizie, se nella foresta non c’è né telefono né internet?


Mamma Riccia aveva pensato anche a questo. Nella valigia di Beni mise una piccola scatola di legno, con tante buste colorate già indirizzate, e due penne – nel caso una si esaurisse. Le buste erano profumate: alcune alla lavanda, altre alla cannella. Quelle erano le preferite di Beni.

Perché, anche se Beni non ama particolarmente scrivere, questa volta promise che sarebbe stato diverso. Avrebbe raccontato tutto.

E ogni lettera sarebbe stato un pezzetto di quell’avventura grande che non avrebbe vissuto solo lui, ma tutta la famiglia – almeno con la fantasia.


Prima di partire, Mamma Riccia si chinò su di lui, accarezzò la sua testolina, e sussurrò affettuosa all’orecchio:

“Goditi ogni singolo istante, tesoro. Non limitarti a guardare, ma osserva. Non solo ascoltare, ma senti. Il mondo è pieno di piccole meraviglie che solo chi ha il cuore aperto riesce a vedere.”


E con questo cominciò il viaggio. Beni salì sul piccolo treno della foresta, salutò con la mano, e il paesaggio lentamente gli scivolò dietro. Il piccolo riccio era partito per un’avventura – verso una città, un mondo nuovo, verso Napoli.

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